La pagella di Detroit
- Mark Terenziani
- 17 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Ecco i nostri cattivissimi voti del sesto round del Supercross

Una serata a ranghi ridotti, con i top rider quasi tutti in infermeria o sotto i ferri. Ma lo spettacolo non è mancato, grazie ai superstiti che trovano nelle assenze la possibilità di mettersi in luce. Questi i voti della serata.
10- WEBB: è brutto dire che ve lo avevo detto ma... Scherzi a parte, a pari punti con Sexton il buon Cooper è pienamente in corsa per il titolo e sta dimostrando che i campionati vinti in passato non sono arrivati per caso. MASTINO
9- ROCZEN: con Kenny il rischio è di abituarsi a vederlo lì davanti e non farci più caso ma ragazzi, senza il guaio con i doppiati della scorsa gara sarebbe a pari punti con i primi della classe o poco meno. Con la moto che tutti sappiamo e con un fisico minato dai gravissimi infortuni. Non gli do 10 perché all'ultimo giro “cala le braghe” sugli attacchi di Webb, ma son troppo severo io. ACCIAIO TEDESCO DI QUELLO BUONO
8- SEXTON: pochi metri dopo lo scendere del cancelletto avevo già appuntato una cifra a forma di cerchio sul mio taccuino (vedi sotto). Poi si ricorda di essere lì per fare spettacolo e rimonta a testa bassa fino al terzo posto solo perché finisce il tempo disponibile per fare altri sorpassi. Esce da Detroit con la tabella rossa in comproprietà con Webb. BENE MA NON BENISSIMO
KITCHEN: l'unico superstite del team Pro Circuit tiene alta la bandiera sfruttando la ripartenza che mette tutti in fila e azzera ogni distacco. Rimane più lucido di Anstie e lo infila senza possibilità di replica. Buono per il morale, ora serve trovare la costanza per non perdere il treno. VOLPONE
7- ANSTIE: una serata perfetta fino alla caduta di McAdoo a 3 giri dalla fine. Alla ripartenza (con il regolamento rispettato alla lettera per pochi secondi) Max inizia a pensare troppo a come difendersi, come da sua ammissione nelle interviste post gara, e perde il ritmo cercando solo di tappare ogni buco. Torna a casa con la tabella rossa ed ancora un bel vantaggio in un campionato corto come quello della 250. LA MIGLIOR DIFESA è L'ATTACCO.
STEWART: la vittoria della scorsa gara gli dà una nuova consapevolezza nei suoi mezzi e si vede da come guida senza più timori reverenziali. Molti top rider sono fuori, è vero, ma chi non c'è ha sempre torto. RITROVATO
6- ANDERSON: senza infamia e senza lode, sembra sempre la serata del riscatto ma poi esaurisce la spinta dopo un inizio incoraggiante. Un copione che si ripete dall'inizio del campionato. Che serva una cambio di rotta? CAMBIARE PER RITROVARSI
5- HAMPSHIRE: da lui ti aspetti sempre di tutto. Ma quella di Detroit è stata una serata senza lampi, un buonissimo terzo posto eh, ma se parti come favorito serve qualcosa di più, specie con un campionato quasi interamente compromesso dopo 2 gare. CROCE E DELIZIA
4- VIALLE: difendere un titolo è sempre più difficile che vincerlo, questo la storia e le statistiche ce lo hanno insegnato. Ma vedere un pilota del calibro di Tom faticare così tanto mi fa davvero dispiacere. CHE FATICA LA VITA DA NUMERO 1
3- MCADOO: un talento enorme, bene, ha un ginocchio malandato, sì, corre lo stesso e va pure forte, ok, ma una gara senza stramazzare malamente la riusciamo a fare? SPRECONE
2- i giri che mancavano al termine della gara della 250 se non fosse stato per quei 7 secondi in più. La differenza tra la vittoria di Anstie e quella di Kitchen. BASTA POCO
1- il giro che si è preso il DECIMO classificato della 450. Tanto per capire come stavano girando i primi là davanti. DA PAURA
0- LA PARTENZA DI SEXTON: allo scendere del cancelletto prova una manovra che se ti viene sei un genio, ma se non ti riesce fai la figura del più tragico Fantozzi. Indovinate come è andata a Chase... STAI CALMO

Komentarji