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Scoop: Renaux usa il vecchio telaio Yamaha!

Osservando la YZ450FM del francese abbiamo notato che sotto le plastiche nuove c'è la ciclistica della precedente generazione


Maxime Renaux ha vinto il GP di Argentina ed tra i pretendenti al titolo MXGP con un telaio che Yamaha non usa più da 3 anni. Lo abbiamo verificato osservando a fondo la sua moto, che aveva qualcosa di diverso rispetto a quelle dei compagni di squadra Geerts e Vlaanderen. E in questo articolo vi sveliamo nel dettaglio la sua scelta di utilizzare la ciclistica della precedente generazione, celata sotto la nuova ergonomia.

Non è la prima volta che questo accade e a monte ci sono delle ragioni tecniche molto valide. Iniziamo con il confronto tra la moto di Renaux (sotto a sinistra) e quella di Geerts (sotto a destra).



Da lontano possono sembrare uguali, anche perché si usa lo stesso bodywork, ma se ci avviciniamo alle saldature al centro delle travi laterali escono le prime differenze. Il telaio di ultima generazione, è caratterizzato da una saldatura continua, che disegna quasi un rettangolo aperto. La saldatura sulla moto di Renaux, invece, si interrompe, per scavallare nella parte interna delle travi e aggrappare il ponte su cui si attacca il mono. Diversi anche gli attacchi motore.



Un altro indizio? Spostiamoci nella zona del cannotto di sterzo, dove c’è un secondo dettaglio che tradisce la differenza.  Nel vecchio telaio la cassa filtro era ancorata a una vite filettata nel cannotto stesso, nel nuovo questa vite non c’è più.

 



Una volta accertato che Renaux sia in pista con la ciclistica di vecchia generazione, cerchiamo di capire quali potrebbero essere i motivi di questa scelta. Quella è una struttura adottata sui modelli dal 2018 al 2022, una generazione vincente dal punto di vista ciclistico, apprezzata per una sincerità pazzesca. Probabilmente quella generazione ha rappresentato la maturazione del progetto Reverse che dopo i tentativi iniziali aveva trovato il giusto spessore delle travi laterali e anche il punto giusto per l’attacco della testa. Insomma, la ciclistica di quel quadriennio era apprezzata un po’ da tutti: confortevole, anteriore sincero, ottima stabilità, livello di agilità molto equilibrato. A rendere le Yamaha di quel periodo un po’ particolari erano i motori: troppo brusco e potente quello della 450, troppo “corto” quello della 250.



Con il MY 2023 Yamaha ha evoluto quel progetto, facendo un grosso passo avanti a livello motoristico e soprattutto di ergonomia. Avendo rimosso i collettori di aspirazione da sotto i convogliatori si è potuto recuperare tantissimo volume in mezzo alle gambe, avvicinandosi agli ingombri tradizionali delle altre moto. Anche la ciclistica è cambiata ma non così tanto. Il telaio nuovo conferma geometrie e quote del precedente, dove cambia è nella rigidità complessiva, con l’obiettivo di aumentare precisione e agilità, definendo un prodotto complessivamente più dinamico, allineato agli standard dell’ultimo periodo.



Tornando a Renaux, viene da pensare che con il suo mix abbia beneficiato delle qualità della nuova ergonomia, del nuovo motore e delle caratteristiche del vecchio telaio. Inoltre, c’è un ultimo aspetto, per niente affatto secondario: con quel telaio Renaux ha vinto il titolo iridato MX2 nel 2021, mentre con quello nuovo, per ora, non ha finito una stagione. A volte la serenità mentale del pilota vale più di tutto, anche di un telaio di ultima generazione.


IL VIDEO!


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